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primo piano sul goban mentre si gioca una partita di go

GO Etiquette

monaci giocano una partita di go

manner to GO

Le buone maniere nel condurre una partita di GO

Riporto, come premessa, quanto scrissi in un articolo di molto tempo fa.

Ogni attività umana, affinche’ sia in armonia con quant’altro il consorzio umano ha originato, e’ soggetta a regole. Anche il GO, che per sua natura si configura come arte ed e’ sinonimo di equilibrio ed armonia, e’ governato da alcune regole: regole per loro stessa natura intimamente connesse a quella del gioco che dell’armonia fa la sua essenza, regole che possono alla vista dei piu’, proprio per questo scomparire. Ma sono li’, in eterna vibrazione ogni volta che il suono della pietra che si infrange sul goban si propaga.

Un giocatore di GO in una partita, non incrocia le sue ishi con quelle dell’avversario ma, solo al cospetto del goban, incontra i propri limiti cercando di non soccombervisi.

Si comprende bene allora il perche’ una tale intimità non debba essere corrotta.

La maggior parte di queste regole, o meglio abitudini, ove applicabili, dovrebbe essere rispettata da chiunque, siano essi giocatori o spettatori; e quando si dice rispettare, non si intende un’osservanza pedissequa, ma un appropriarsi di un costume e farlo inconsciamente proprio.

Oltre a questi habit ci sono poi alcune regole da seguire per permettere lo svolgimento della partita in maniera consona.

  • Augurare buona partita all’avversario
    • una volta preso posto al tavolo di gioco si saluta il giocatore che si ha di fronte e, prima di far partire l’orologio, si augura all’avversario: “Buona partita”.
  • Giocare la prima mossa come nero nell’angolo in alto a destra
    • il giocatore che gioca con le pietre nere, giocando come prima mossa la pietra nell’angolo, dovrebbe giocarla sul lato destro lontano da se (che e’ il rispettivo lato sinistro vicino dell’avversario). In questo modo il movimento si preconfigura come una sorta di inchino al giocatore che gioca con le pietre bianche (chi gioca con le bianche e’ il giocatore piu’ forte, infatti se i due giocatori sono di diverso grado il piu’ debole gioca con le nere ed eventualmente anche con pietre gia’ opportunamente posizionate sul goban: le cosiddette pietre di handicap).
  • Durante tutta la partita e’ necessario rimanere calmi e composti
    • non dobbiamo dimenticare che stiamo condividendo spazio, tempo e pensieri con un altro giocatore, il nostro avversario, e che tale dimensione condivisa non puo’ essere perturbata.
  • Non si parla durante la partita
    • tranne che per le occasioni previste o per comunicazioni di tipo organizzativo non si parla all’avversario o con gli spettatori.
  • Quando e’ il nostro turno e’ buona norma posare la pietra sul goban dopo che si e’ deciso la mossa da effettuare
    • questa e’ una buona abitudine da prendere per migliorare la propria capacita’ di autodisciplina ed inoltre muoversi troppo sullo sfondo del campo visivo dell’avversario puo’ disturbarne la concentrazione.
  • Non dobbiamo assolutamente fare rumori molesti tipo: rimestare le pietre nella goke, tamburellare con le dita sul tavolo, sulla goke o su qualsiasi altra superficie etc. etc.
    • il tempo che stiamo usando per decidere la nostra mossa e’ anche tempo che l’avversario usa per pensare alle proprie mosse e fare rumori che possono recare disturbo o distrazione non e’ corretto. Similmente durante la mossa dell’avversario.
  • Non dobbiamo rimanere sospesi con la mano sopra il goban nel fare la mossa
    • questo impedisce al nostro avversario di avere la visuale libera sul goban e lo ostacola quindi nell’immaginare le sequenze di mosse possibili (lettura)
  • Non dobbiamo “commentare” in nessun modo le mosse dell’avversario
    • emettere suoni o fare movimenti/gesti, anche solo con la testa, appena dopo la mossa dell’avversario va a mettere in dubbio o a dare false conferme al ragionamento logico di quest’ultimo che ha prodotto la mossa stessa.
  • Non dobbiamo “commentare” in nessun modo le nostre mosse
    • a volte puo’ capitare che appena giocata la mossa ci si accorga di aver fatto un errore di valutazione. E’ buona norma non fare gesti in tal senso, primo perche’ appunto non si deve disturbare l’avversario e secondo perche’, se fatto in buona fede, darebbe informazioni che potrebbero avvantaggiare l’avversario stesso. Inoltre bisogna ricomporsi e pensare sin da subito a come ridurre al minimo gli effetti negativi sulla partita dell’errore commesso.
  • Alzarsi o non alzarsi?
    • a volte puo’ capitare che un giocatore durante la partita si alzi e si sposti per vari motivi dentro la stanza di gioco, rimanendo pero’ sempre individuabile e visibile evitando comportamenti non permessi (tipo parlare con altri giocatori o consultare materiale o altro che possano avvantaggiarlo nella partita che sta giocando). Alcuni giocatori lo possono fare anche spesso in una partita: appena aver fatto la propria mossa si alzano e poi ritornano dopo secondi o minuti. Personalmente non mi sento di condannare questo comportamento, dato che a volte puo’ capitare anche che la partita sia finita (vedi “A volte bisogna saper abbandonare”), in quanto un giocatore con il suo tempo puo’ fare cio’ che vuole, ma preferirei che il giocatore rimanga di fronte al suo avversario durante tutta la partita; lo vedo come un segno di rispetto nel riconoscere la presenza fisica dell’altro giocatore.
  • Ringraziare della partita il proprio avversario
    • terminata la partita si ringrazia l’avversario per il tempo e l’impegno profuso nella partita e si rimettono le pietre nei goke. Sul goban si separano le pietre e le si raggruppano, quelle dell’avversario sul proprio lato del goban, per poi spingerle con entrambe le mani verso il lato del goban dove siede l’avversario; nel fare questo ultimo movimento ci si “inchina” parimenti a quanto fatto all’inizio della partita quando si e’ giocato la prima mossa come nero.
  • Quando la partita finisce il vincitore e lo sconfitto devono comportarsi in maniera opportuna
    • prendo spunto da una frase che mi e’ piaciuta molto e che ho letto in questo libro:
    • “Try to be a gracious winner and a graceful loser”.
    • Indipendentemente da come e’ stato l’andamento della partita, possiamo certamente affermare che colui che ha vinto ha commesso meno errori dello sconfitto. Quindi esprimere a parole il concetto che si e’ perso per propri errori in un certo modo sminuisce i meriti del vincitore, quindi sarebbe giusto evitare commenti simili ed eventualmente congratularsi con il vincitore. Per evidenziare gli errori commessi durante l’andamento della stessa c’e’ sempre la review che vedremo piu’ avanti.
  • A volte bisogna saper abbandonare
    • questa raccomandazione presuppone che un giocatore sia conscio completamente di tutte le possibili opzioni che ha in un determinato momento della partita; questo si traduce semplicemente nel fatto che quest’ultimo sia abbastanza forte. Quindi quando la differenza di punti diventa incolmabile e non si hanno piu’ a disposizioni tattiche e/o strategie per ribaltarne l’esito sarebbe opportuno abbandonare la partita a favore dell’avversario. Non e’ comunque da deprecare che cio’ non accada perche’ a volte il giocatore che sta perdendo non si rende conto completamente della situazione.
  • A fine partita i due giocatori possono rivedere brevemente la partita
    • le review di una partita e’ utile per capire eventuali errori o strategie e tattiche usate nella partita e di solito non si rifiuta ma. E’ buona norma pero’ tenere in considerazione che nelle vicinanze possano esserci altre partite in corso e quindi si deve tenere la voce bassa; nel caso non fosse possibile ci si sposta in zone non di gioco.
  • Gli spettatori della partita non devono commentare in nessun modo le mosse dei giocatori
    • anche se questa regola possiamo vederla inclusa implicitamente in tutte le raccomandazioni fatte fin qui mi preme sottolineare che lo spettatore o i gruppi di spettatori si devono considerare alla stessa stregua dei due giocatori.
  • L’orologio viene messo a destra o sinistra del goban a discrezione del giocatore che gioca con le pietre bianche
    • questa e’ una regola che vuole confermare il concetto che il giocatore che gioca con le pietre bianche e’ meritevole di rispetto in quanto piu’ forte ed ha anche il ruolo di insegnante.
  • La mano che preme il tasto sull’orologio della partita deve essere la medesima con la quale si effettua la mossa
    • questa e’ una semplice regola di gioco ma che a volte sopratutto i principianti possono non conoscere.
  • Le pietre catturate vanno rimosse dal goban dopo la pietra giocata per fare la cattura
    • questa e’ una semplice regola di gioco ma che a volte sopratutto i principianti possono non conoscere. Lo scopo e’ che appunto il gruppo di pietre che si sta rimuovendo deve essere visivamente circondato (quindi con zero liberta’) e di conseguenza anche lo spazio che rimane vuoto deve coincidere visivamente con il gruppo circondato
  • Il tasto dell’orologio va premuto solo dopo aver rimosso le pietre catturate a meno che non siano in numero maggiore di n
    • questa e’ una semplice regola di gioco ma che a volte qualcuno puo’ non conoscere. Il tasto dell’orologio va premuto solo dopo aver rimosso completamente il gruppo di pietre catturate; se il gruppo ha un numero maggiore di <n> di pietre, prima di iniziare la rimozione si puo’ interrompere l’orologio (pausa) e rimuoverle. Una volta rimosse tutte e fatto ripartire l’orologio il giocatore che ha catturate le pietre preme il tasto. Per conoscere il numero <n> di pietre si consiglia di richiederlo preventivamente all’arbitro del torneo ad esempio.

Quanto scritto qui non costituisce un insieme di dogmi ma vuole essere il mio punto di vista sui principi a cui ispirarsi per il proprio comportamento durante una partita di GO, sia essa evento all’interno di un torneo quanto di una tranquilla serata in un club di GO.