Quinta puntata, 17 febbraio 2014
Visto che siamo europei pare giusto spendere qualche parola su come il gioco sia arrivato fino a noi. Vedremo quindi la storia del Go in Europa. Inoltre affronteremo il Go da un punto di vista piu’ teorico e filosofico.
Il Go in Europa
Le prime testimonianze europee sul Go risalgono al sedicesimo secolo. Molti lo impararono grazie ai numerosi viaggi che, per scopi prettamente commerciali, portavano i mercanti in Asia; inoltre il gioco era popolare anche tra i più forti scacchisti.
Le prime tracce del Go in Inghilterra si ritrovano nella terza edizione di Purchas, il suo pellegrinaggio, che fu scritto nel 1617 da Samuel Purchas. Dodici mesi prima Ernesto Augusto, duca dello stato tedesco Brunswick-Luneburg, tradusse un paragrafo del libro Scacchi o il gioco dei re, scritto dal missionario gesuita Matteo Ricci, in cui venivano descritte le regole di un’ altra disciplina molto famosa in Cina: il Go.
Nel 1694 il professore Thomas Hyde dell’università di Oxford, esperto di lingue orientali e di storia dei giochi, pubblico’ il suo capolavoro De ludis Orientalibus libri duo (Libro secondo sui giochi orientali), nel quale sette pagine erano interamente dedicate al Go. Il professore imparo’ il gioco da Micheal Shin Fou-cung, ambasciatore cinese in Inghilterra nel 1687.
Nel 1710 il filosofo e matematico tedesco Gottfried Wilhelm Liebniz, inventore del sistema binario e creatore, insieme a Sir Isacc Newton, del calcolo infinitesimale, scrisse in Annotatio de quibus ludis (Annotazioni sui giochi) un articolo sul Go, comprendente anche di immagini. Liebniz imparo’ le regole leggendo gli scritti di Nicolas Trigault, missionario gesuita francese in Cina all’epoca di Matteo Ricci. Nell’articolo, il matematico teutonico scrisse: “Il Go e’ unico, perche’ i giocatori non spazzano via dal campo di gioco le pietre dell’avversario, ma puntano solo a confinarle e rinchiuderle, cosi il vincitore e’ colui che toglie ogni possibilità di movimento all’altro senza nessun spargimento di sangue. Questo negli altri giochi accade raramente, qui e’ la regola principale.”
Nel 1799 nel catalogo della collezione del mercante olandese americano Andreas Everhardus Van Braam Houckgeest, che passo’ all’asta a Londra da Christie figurava un saggio sul Go, un goban e un set completo di pietre. Nel 1877 il diplomatico inglese Herbert Allen Giles scrisse un testo sul Go, datandone le origini attorno al 2350 a.C.
Verso la fine del diciannovesimo secolo iniziarono a nascere numerose associazioni di Go in molti paesi europei che contribuirono all’espansione e diffusione del gioco nel vecchio continente.
Strategia e tattica
Bianco prova a collegarsi in alto, e’ una minaccia locale. Nero impedisce con 3 e Bianco ricattura. Nero minaccia con 4 il gruppo di Bianco che pero’ e’ troppo piccolo rispetto al gruppo centrale quindi Bianco ignora e salva il gruppo di mezzo. Nero invece catturera’ il gruppo a sinistra
Il Go e’ un gioco empirico, non esiste nessuna regola o formula che ti dica dove giocare la mossa migliore. Esistono tuttavia dei principi che ci permettono di migliorare il nostro gioco e non solo quello. Il piu’ importante di questi e’ l’equilibrio. Questo governa l’universo del Go e piu’ cerchiamo di seguirlo meglio sara’. Chi rompe l’equilibrio e’ destinato a perdere. Ma stai tranquillo, tutti lo rompiamo, poiche’ nessuno di noi sa giocare la partita perfetta, quindi il tuo obiettivo sara’ cercare di raggiungere l’equilibrio perfetto senza mai arrivarci.
Ma passiamo a cose più pratiche! E’ il momento di imparare a muoversi nello sconfinato universo rappresentato dal goban. Da dove iniziare a giocare? E’ una domanda piu’ che legittima. Per capirlo ti mostrero’ una situazione abbastanza esplicativa:
3 esempi di territorio delimitato, quanti punti fa ogni catena?
Per delimitare 4 intersezioni in angolo ho usato solo 5 pietre, per il lato ne ho usate 8, mentre per il centro ne ho dovute usare ben 12, più del doppio che per l’angolo! Quindi l’ordine con cui delimitare il territorio e’ angoli, lati e infine il centro.
Ti devi immaginare che il goban sia la terra e che tutto intorno ci sia l’acqua, gli angoli rappresentato le penisole e i lati le coste. Il tuo popolo si insediera’ nelle penisole perche’ sono piu’ facili da difendere, ma man mano che la popolazione crescera’ ti dovrai espandere verso le coste e infine al centro. Essendoci un’altra popolazione su questa terra, chi si sapra’ muovere meglio nel costruire territori avra’ il sopravvento sull’altra senza necessariamente distruggerla.
Sara’ compito tuo decidere la politica da tenere nei suoi confronti, puoi giocare in modo pacifico o in maniera aggressiva distruggendo gli insediamenti nemici sul nascere oppure trovare una via di mezzo. Questo rappresenta il secondo principio piu’ importante nel Go e padroneggiarlo e’ tutt’altro che facile. Il buon senso vuole che, essendoci 4 angoli, i giocatori se li spartiscano. Adesso abbiamo 3 scelte principali:
1,2,3 sono alcuni esempi di mosse grandi dopo aver occupato gli angoli.
Con 1 scegliamo un gioco pacifico e iniziamo a delimitare l’angolo, che, come abbiamo detto, e’ il posto migliore per fare punti. L’opzione 2 invece e’ piu’ aggressiva, ma non per questo sbagliata. Il suo obiettivo e’ impedire che l’avversario delimiti con successo l’angolo. L’opzione 3 tende ad abbozzare un’unione tra i 2 angoli; territorialmente e’ inferiore alla chiusura di un angolo, ma in questo modo si scoraggia l’avversario dal giocare su quel lato, in quanto si ritroverebbe in inferiorita’ numerica nel caso di un’invasione. Non e’ impensabile neanche l’idea di prendere uno degli altri 3 punti centrali dei lati; questa scelta dipendera’ dal tuo stile di gioco.
La prossima volta spiegheremo i joseki, sequenze di mosse che mantengono l’equilibrio di gioco, e vedremo il Go nel resto del mondo.
Ma prima di lasciarvi, dove giochereste, in questa partita? Tocca a bianco.