Dodicesima puntata, 7 aprile 2014
Equipaggiamento da Go: il goban
Abbiamo gia’ detto che per giocare dal vivo servono un Goban ed un set di pietre. Quello che non abbiamo ancora detto e’ come questi vengono creati. Oggi scopriremo che dietro la loro costruzione c’e’ una vera e proprio arte.
Tradizionalmente, i Goban sono fatti di legno. Tuttavia, questa non e’ la caratteristica essenziale. Alcune tavole possono essere fatte semplicemente ricoprendo alcune assi di legno, precedentemente collegate tra di loro, solo con della pelle. Ai giorni nostri la tendenza sembra comunque essere rivolta verso la semplicita’ e l’austerita’. La necessita’ più importante e’ che il materiale usato sia durevole nel tempo e non si deteriori facilmente. In secondo luogo e’ importante che il colore della superficie sia chiara e che il suono fatto non appena si appoggiano le pietre sia gradevole.
I Goban piu’ prestigiosi vengono solitamente ricavati dal legno di kaya. Quest’albero giapponese ha le proprieta’ che abbiamo descritto in precedenza: e’ abbastanza morbido (quindi il suono e’ buono) e anche il suo colore chiaro e’ molto apprezzato dai giocatori. Tuttavia gli alberi di kaya sono molto rari e crescono molto lentamente, quindi i goban realizzati con questo legno sono molto costosi. Un comune sostituto e’ lo shin-kaya (letteralmente nuovo kaya) ricavato dall’abete rosso. È molto più economico tuttavia il suono della pietra su di esso e’ peggiore.
Il primo passo per creare un goban secondo le antiche tecniche giapponesi consiste nel costruire i supporti (zampe) su cui dovra’ stare. Dopo aver stabilito quale forma debbano avere, sapienti artigiani le intagliano, le levigano e poi le verniciano con una tinta lucida affinche’ siano dello stesso colore del goban.
Dopo aver fatto cio’, sul retro della tavola principale viene praticato un solco. In questo modo si viene a creare una cassa di risonanza che aiuta a migliorare il suono delle pietre posate sul goban.
Il passaggio più caratteristico della costruzione e’ la realizzazione delle linee del goban. Potevano un popolo epico come quello giapponese disegnare le linee con una riga o uno stampo? Ovviamente no. Per realizzare le linee di un goban si usa ovviamente una katana!
Usando dei supporti di legno per evitare lo spostamento della lama, quest’ultima, intrisa nell’inchiostro, viene poggiata con assoluta precisione e perizia sul goban per tracciarne le linee.
Per noi comuni mortali esistono soluzioni piu’ economiche. Esistono infatti diverse tipologie di goban: compensato, magnetici (molto adatti per chi viaggia), pieghevoli (fatti in pelle o plastica, agilmente trasportabili) e orribili goban elettronici.
E’ anche possibile, se si ha una certa manualita’, costruirsi un goban fatto in casa. Si puo’ tranquillamente usare del compensato, relativamente economico e molto facile da lavorare. Si possono prendere varie tavole ed unirle assieme per creare una superficie di gioco robusta e di bell’aspetto. Se vuoi cimentarti nell’impresa ti lasciamo un video che spiega nel dettaglio come fare.
Strategia e tattica
Utilizzando una combinazione tra snapback e oiotoshi e’ possibile catturare il gruppo.
E’ necessario iniziare a parlare di haengma (letteralmente movimento dei cavalli dal coreano), questa parola sta a significare il movimento dei gruppi. Potrai obiettare: “Ehi ma le pietre non si muovono!”
Gia’ ma si aggiungono ad altre, dando l’idea che il gruppo si muova in una direzione. Esistono haengma semplici, sicuri ma lenti e haengma complicati ma molto veloci.
Il nobi e’ l’haengma piu’ semplice in assoluto, seguito poi dal kosumi.
Il nobi e’ sicuro e non puo’ essere diviso. Il kosumi puo’ essere diviso se l’avversario riesce a giocare sia A che B.
Seguono l’ikken tobi e il keima, meno sicuri ma più veloci. Solitamente sono correlati a una scala, soprattutto il keima.
E’ possibile tagliare questi 2 salti ma spesso saranno protetti dalla situazione locale.
Vediamo un esempio dove il taglio viene effettuato subito nell’ikken tobi.
Ogni giocatore ha 2 gruppi ma questi hanno 4 e 5 liberta’ per nero e 4 e 3 liberta’ per bianco e tocca a nero!
Ne risulta un combattimento svantaggioso per bianco, a meno che la situazione locale non sia favorevole.
Nel keima se hai la scala non ti devi preoccupare del taglio.
E ora i salti piu’ù complicati. Se imparerai ad usarli in modo corretto avrai un grosso vantaggio sull’avversario.
Niken tobi e’ un salto leggero e dinamico, avere il taglio protetto e’ difficile ma spesso non si pretende tale privilegio.
Bianco riesce sempre a tagliare ma spesso ne risulta un combattimento svantaggioso per lui.
Sia la prima situazione che la seconda le abbiamo gia’ viste rispettivamente per l’ikken tobi e il keima. Il vantaggio dell’avversario e’ che puo’ scegliere quale delle 2 attuare.
Oogheima e’ l’evoluzione del keima. Anche qui l’avversario ha 2 scelte, questo aumenta le possibilita’ del taglio e va quindi usato con cautela.
Nel primo caso si crea una situazione simile al taglio dell’ikken tobi. Il secondo caso dipende ancora dalla scala.
L’ultimo salto che analizziamo e’ il salto dell’elefante o hazama tobi. E’ un salto molto raro e considerato brutto da molti esperti, tuttavia vi sono delle situazioni particolari dove e’ consentito
Quella simpatica pietra in mezzo mette in crisi le 2 pietre nere
Bene! Che genere di salto useresti in questa situazione?
Che salto faresti con 26?