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Il professionismo nel Go e san-san & gruppi deboli

Settima puntata, 3 marzo 2014

Un caloroso saluto a tutti i futuri professionisti di Go che ci stanno leggendo. Noi abbiamo i calciatori mentre in Asia hanno i professionisti di Go. Oggi andremo a scoprire il percorso per diventare un professionista. Nella parte dedicata alla strategia e tattica, affronteremo la nemesi di tutti i goisti.

Il professionismo nel Go

Diventare un professionista nel Go e’ molto complicato. In origine questo titolo veniva attribuito esclusivamente dalle associazioni giapponesi, cinesi e coreane.

Al giorno d’oggi si puo’ diventare professionisti anche in America e in Europa, senza quindi essere costretti a vivere per un lungo periodo in Asia.
Chi riesce in questa impresa puo’ condurre una vita basata sul Go. Solo pochi professionisti comunque vivono solamente dei premi che vincono durante i tornei, la grande maggioranza si guadagna il proprio stipendio insegnando ai giocatori amatoriali.

La strada per diventare professionisti inizia molto presto, spesso infatti si inizia a studiare fin dalla tenera eta’ di 5-6 anni per circa 12 ore al giorno per raggiungere l’obiettivo. Al cospetto dei milioni e milioni di giocatori amatoriali, esistono poche centinaia di giocatori professionisti.

Importante torneo a Seoul riservato ai piccoli

Per quanto riguarda il Giappone solitamente ogni anno all’incirca 5 giocatori riescono a diventare professionisti. Prima pero’ di riuscire a guadagnare questo status, chi intraprende questo cammino deve riuscire a diventare un insei. Per superare questo primo scoglio e’ necessario uno sponsor, ovvero un giocatore professionista che accetti questa giovane recluta come proprio studente, vedendo in lui il potenziale per diventare in seguito un professionista. Lo sponsor manda inizialmente la richiesta all’associazione nazionale. Se il grado attuale dello studente e’ basso, uno degli istruttori ufficiali giochera’ con lui una partita di prova prima di decidere se accettarlo o meno.
La parte più difficile di tutto cio’ e’ convincere il professionista a mandare la richiesta per diventare un insei. Qualora vi troviate di fronte un professionista, non cercate di stupirlo tentando di vincere la partita, ma piuttosto concentratevi sul giocare nel miglior modo possibile e sul dimostrare un grande spirito combattivo. Forse cosi riuscirete a convincerlo che anche voi potreste diventare professionisti in un prossimo futuro! Una volta diventati insei “basta solamente” vincere, o comunque arrivare nelle primissime posizioni, durante l’annuale competizione riservata agli insei stessi. Nel torneo, che comprende 18 persone, c’e’ anche un posto riservato a chi non e’ insei, ma naturalmente e’ molto difficile riuscire a battere chi mangia riso e Go 12 mesi all’anno.

Anche le ragazze possono diventare professioniste. Per loro la trafila e’ identica ovvero prima si diventa insei, poi si vince il torneo riservato al gentil sesso e solo infine si ottiene il meritato premio.

In Cina la formazione dei professionisti e’ molto piu’ semplice. Sulla base dei successi ottenuti dai tornei amatoriali, a pochi amatori viene dato il grado 1p (primo dan professionista); gli stessi devono superare un breve periodo di prova prima di fregiarsi del titolo di professionista. In Corea del Sud solo 4 amatori diventano professionisti ogni anno, dopo essere passati attraverso le forche caudine di un durissimo campionato che comprende 80 aspiranti professionisti.

Per chi vive fuori dal Giappone diventare professionista nel paese del Sol Levante passa attraverso due fondamentali partite. L’aspirante professionista gioca contro 2 primi dan utilizzando le pietre nere; se riesce a vincere entrambi gli scontri diventa un professionista, mentre se li perde entrambi puo’ ritentare l’impresa l’anno successivo. Qualora vinca solo un match su 2, dovra’ giocare una terza partita contro un 9 dan professionista. Se riuscira’ a vincere quell’incontro diventera’ a tutti gli effetti un professionista.
Adesso che sai come funziona devi solo continuare a studiare e forse, un giorno, si spalancheranno di fronte a te le porte del professionismo.

Questa è una delle possibili sequenze

Esistono diverse varianti per gestire l’invasione in 3-3 e quasi tutte danno risultati simili. Non esiste quindi un modo per catturare la pietra avversaria, se non con del supporto esterno. Non potendola catturare devi usare la pietra in 4-4 per costruire influenza esterna, e ti do una bella notizia! L’influenza che crei e’ superiore al territorio delimitato da Bianco. Quindi generalmente non conviene invadere in 3-3 a meno che l’avversario non possa sfruttare come si deve l’influenza appena creata.

In questo caso l’influenza di nero e’ sprecata

Gruppi deboli

Passiamo ora a un argomento scottante che riguarda giocatori di tutti i livelli: i gruppi deboli. Dare una definizione di gruppo debole e’ difficile ma noi ci proviamo lo stesso. Intanto introduciamo il concetto di base, ovvero un’area occupata da un gruppo dove c’e’ potenzialmente un occhio, solitamente sul lato o sull’angolo.
Per costruirsi una base solida partendo da una o piu’ pietre sul lato abbiamo una regoletta: ci si estende tanti spazi pari al muro di pietre piu’ 1.

Muro di 1 pietra estensione di 2, muro di 2 pietre estensione di 3 e cosi via…

Per l’angolo e’ ancora più semplice quindi ti lasceremo provare a te, promettente goista.

L’altro fattore da considerare e’ l’apertura verso il centro e, di conseguenza, i giochi d’influenza globali. Tutto cio’ e’ molto difficile da valutare, ma molto semplice da capire soprattutto dopo questo esempio 🙂

Il gruppo A non ha sviluppo esterno. Il gruppo B fugge ma con un’influenza ostile. Il gruppo C fugge con un’influenza esterna favorevole

Il gruppo A e’ completamente circondato. Non solo e’ costretto a vivere in quello spazio, ma la sua influenza e’ totalmente annullata. Il gruppo B fugge verso il centro ma l’influenza Nera e’ forte, e quindi avra’ un po’ di difficolta’ a sopravvivere. Il gruppo C fugge anche lui, ma stavolta e’ l’influenza Bianca ad avere il sopravvento rendendo facile la vita del gruppo.

Arriviamo quindi al principio di questa lezione: evita di crearti gruppi deboli. Cerca di avere solo un gruppo debole per volta, spesso sara’ necessario averli (ad esempio per invadere il territorio nemico). Ti e’ consentito, per il tuo bene, avere piu’ gruppi deboli a patto che l’avversario ne abbia più di te.

E ora prova a capire quali sono i gruppi deboli nel diagramma 🙂

Quanti e quali sono i gruppi deboli nel diagramma?

Il testo e gli schemi goistici di quest’opera sono distribuiti con Licenza CC BY-SA 4.0 DEED (sono state apportate alcune correzioni, inseriti alcuni link e alcune immagini sono state aggiunte o sostituite rispetto all’originale).

Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

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